Fare informazione mentre il mondo è in fiamme
Kritica compie sei mesi, festeggiamo con un omaggio.
Questo numero #27 di Spazio di Kritica è un po’ diverso dagli altri. Siamo infatti a un giro di boa piuttosto importante per Kritica, a sei mesi di distanza dall’inaugurazione del sito, che proprio il 1° luglio ha ottenuto il suo record di visite assoluto, volando alto oltre i 10mila visitatori unici, grazie al fatto che abbiamo avuto un’idea tanto semplice quanto, evidentemente, utile. Abbiamo tradotto in italiano e pubblicato, evidenziandone le parti più salienti, il lungo rapporto “Da economia dell’occupazione a economia del genocidio” scritto da Francesca Albanese, relatrice speciale ONU sulla situazione dei diritti umani nei Territori Occupati. È il rapporto con cui Albanese mette a nudo tutte le complicità del mondo del business – aziendale e statale – con lo Stato coloniale e genocida, svelando così che una delle ragioni per cui nessuna élite intende fermare Israele nella realizzazione del suo piano genocida è la più banale – la banalità del male, ebbene sì – al mondo: perché ci guadagnano tutti qualcosa, anzi, ci guadagnano molto.
Da economia dell’occupazione a economia del genocidio: il rapporto di Francesca Albanese sul business complice di Israele
Il rapporto di Albanese trova una sua continuazione ideale in un’altra notizia che abbiamo pubblicato su Kritica, a firma di Germano Monti, e che riguarda le partnership commerciali degli Stati con Israele. È presto detto, anche qui: tutti gli Stati fanno affari con Israele. Anche quelli che non ci si aspetterebbe, per esempio i principali componenti dei BRICS: Cina, Russia, Brasile. La Cina, in particolare, è un partner di primissimo piano del proclamato Stato ebraico.
Tutti gli affari degli Stati con Israele (anche quelli che non t’aspetti)
Siamo rimasti veramente sorpresi dal successo strabiliante dell’articolo con il rapporto di Albanese tradotto in italiano, ma poi, pensandoci bene, abbiamo capito che semplicemente avevamo colto un’esigenza condivisa dai lettori, che era d’altro canto la nostra stessa esigenza: accedere a una fonte primaria di informazione nel modo più semplice e più inclusivo possibile, e al tempo stesso veloce. E la lingua è una espressione primaria dell’inclusione oppure, viceversa, dell’esclusione.
Questa è la storia di Kritica dall’inizio, in fondo. Una storia di esigenze condivise, che hanno trovato subito il loro pubblico perché chi Kritica la fa, e chi la legge e sostiene, hanno cuore qualcosa di simile: partecipare del mondo, in una delle sue fasi più devastanti, attraverso un’informazione libera, indipendente, che non risponde a dottrine né a propagande, che è schierata, ma non è faziosa.
Kritica è alla vigilia di ancora nuovi e radicali cambiamenti, di cui vi parleremo. Ma intanto, per questa volta ci lasciamo con meno parole del solito, e con l’omaggio che abbiamo pensato per tutti voi che ci sostenete, leggete, che partecipate a questo Spazio di Kritica con spirito di autentico pathos per le vicende della nostra umanità dolente. Lo potranno leggere tutti, nello spirito di Kritica che non prevede paywall o altre barriere all’informazione per nessuno. Ma voi lo ricevete per primi.
Ecco il primo, e per ora unico, aperiodico, sperimentale, in costruzione, numero del giornale digitale di Kritica:
Se lo vuoi leggere senza scaricarlo, clicca su questo link.
Il sostegno, la presenza, la partecipazione economica oltre che critica a tutto tondo di chi ci legge rendono possibile fare ciò che stiamo facendo. Il nostro obiettivo di un giornalismo senza capitali né capitalisti è ambizioso, ma un po’ alla volta lo stiamo costruendo. Da qui a fine settembre avremo bisogno di raccogliere almeno altri 7.500 euro per arrivare alla cifra che abbiamo individuato essere indispensabile per la sostenibilità di questo progetto. Con poco da tutti, ci stiamo riuscendo e ci riusciremo.
Da oggi se vuoi puoi seguirci anche sui nostri canali Telegram e Whatsapp.
A presto, e grazie grazie grazie sempre,